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SearchGPT vs Google: le mie prime impressioni
“Penso, dunque sono”
Con questa celebre frase, Cartesio definì l’essenza stessa dell’esistenza umana: la capacità di pensare. Ma se il filosofo del Seicento vivesse oggi, forse aggiornerebbe la sua massima per adattarla all’era digitale. In un mondo in cui ogni domanda trova la sua risposta a portata di clic, il pensiero spesso si traduce in una ricerca. E, quando si tratta di cercare, il primo nome che ci viene in mente è sempre lo stesso: Google.
“Cerco, dunque uso Google”
Google non è solo un motore di ricerca; è diventato il riflesso digitale del nostro pensiero, uno specchio delle nostre curiosità, dubbi e necessità quotidiane, un database per le nostre intenzioni. Con miliardi di ricerche effettuate ogni giorno, questa piattaforma rappresenta la porta d’ingresso al sapere universale, uno strumento che ha rivoluzionato il modo in cui accediamo all’informazione e ci connettiamo con il mondo.
Negli anni tanti hanno provato ad insidiare il suo ruolo nelle nostre vite. Ci hanno provato Bing, Yahoo, DuckDuckGo (fallendo miseramente), Volunia (motore di ricerca italiano che fu un flop colossale) e tanti altri.
Quelli che maggiormente si sono avvicinati al colosso di Monutain View sono due motori di ricerca locali (e non globali) come Yandex (per la Russia) e Baidu (per la Cina).
L’avvento dell’AI ha però cambiato lo scenario generale, stimolando alcuni concorrenti a tentare nuovi e differenti approcci. A quanto pare c’è ancora voglia di tentare di insidiare il primato di Google.
SearchGPT: la versione di OpenAI
Per anni Google si è posta l’obiettivo di indicizzare il web restituendoci un elenco di siti web da consultare per trovare la risposta al nostro quesito. In seguito c’è stata un’evoluzione del servizio e Google ha iniziato a scandagliare il contenuto a sua disposizione per offrirci una risposta senza dover necessariamente cliccare su uno dei siti web in SERP. Ti sarà capitato piuttosto spesso di imbatterti in questa situazione.
Ora, un modello di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT si propone di fare la stessa cosa, in maniera più veloce, accurata, e più utile di quanto Google non abbia mai fatto prima. La soluzione proposta da OpenAI si chiama SearchGPT ed è essenzialmente una estensione di funzionalità rispetto a quanto abbiamo visto finora usando ChatGPT.
A mio modesto avviso, sulla base delle considerazioni precedenti, SearchGPT andrebbe classificato come un “motore di risposta”, più che un “motore di ricerca” in senso tradizionale. Questa definizione proviene da Perplexity, che è certamente più affine a SearchGPT di quanto non lo sia a Google.
Cos'è un motore di risposta e come funziona Perplexity?
Un motore di risposta è uno strumento progettato per dare risposte dirette e dettagliate alle tue domande. Perplexity funge da motore di risposta effettuando ricerche sul Web, identificando fonti attendibili e sintetizzando le informazioni in risposte chiare e aggiornate. A differenza dei motori di ricerca tradizionali, che ti costringono a sfogliare un elenco di collegamenti, Perplexity fornisce le informazioni che stai cercando in un unico posto. Anche se Perplexity mira alla precisione, ti invitiamo a ricontrollare le fonti per maggiore sicurezza.
- Dal sito di Perplexity
Come funziona SearchGPT?
SearchGPT fornisce un'interfaccia semplice e pulita che funziona in modo diverso dagli altri motori di ricerca basati sull'intelligenza artificiale utilizzando una combinazione di tecnologie, incluso Bing di Microsoft per il suo indice live. Il sistema determina quando accedere ai risultati web in base alle query, sebbene gli utenti possano anche attivare manualmente le ricerche web. Le caratteristiche principali includono:
- Informazioni in tempo reale: il sistema può accedere alle informazioni attuali attraverso la sua integrazione con l'indice di Bing, consentendo risposte aggiornate basate su eventi in tempo reale.
- Elementi interattivi: gli utenti possono accedere a funzionalità come grafici azionari interattivi, mappe con segnaposti e visualizzazione dinamica dei dati.
- Trasparenza delle fonti: i risultati includono citazioni cliccabili che collegano a fonti originali e una barra laterale delle fonti che consente agli utenti di navigare attraverso siti Web pertinenti.
- Funzionalità di follow-up: il sistema mantiene il contesto e può gestire domande di follow-up per perfezionare i risultati.
Per i professionisti SEO, è utile supporre che la visibilità su SearchGPT sia legata e dipendente dalla visibilità su Bing poiché le informazioni vengono tratte da lì.
Come provare SearchGPT?
Per prima cosa è necessario visitare il sito di chatGPT e cliccare sull’icona del globo e poi digitare la tua query. L’interfaccia grafica è minimalista ed essenziale come quella di Google. Nell’esempio seguente ho chiesto “Che tempo farà a Pavia a Capodanno?” ed ho premuto invio. Dopo una brevissima attesa ho ricevuto una risposta in formato testuale che trae origine da fonti ragionevoli (sti web dedicati al meteo). Le fonti appaiono sulla destra dello schermo e sono cliccabili.
Facciamo un altro testo in cui chiedo “Come andrà l'indice S&P 500 nel 2025?”. Si tratta di una informazione di cui non ovviamente non dispone perché riguarda il futuro. Tuttavia interpreta correttamente la query offrendo una panoramica molto sintetica delle previsioni finanziarie di Goldman Sachs, Deutsche Bank, Barclays che possono essere considerate fonti autorevoli.
Le mie prime impressioni
Di seguito riporto alcune personali opinioni che NON sono accompagnate da un’analisi rigorosa. Il lettore potrebbe quindi avere sperimentato situazioni sostanzialmente differenti o contrastanti con quanto qui riportato.
Per rimarcare ulteriormente che si tratta di semplici impressioni eviterò di approfondire e cercherò di sintetizzare al massimo il mio parere usando un semplice elenco puntato.
SearchGPT
- Offre delle performance molto variabili: ottimo con alcune query, pessimo con altre
- Se ci sono delle regole per posizionarsi non sono evidenti
- I risultati tendono ad essere piuttosto simili tra di loro e mancano di diversità
- Ripetendo più volte la query potresti avere risultati diversi
- A volte ricevi delle fonti valide, a volte no
- Non c’è pubblicità (per ora)
- Le risposte sono veloci, l’interfaccia è semplice e pulita
- Molte somiglianze con Perplexity
Se il lettore sta cercando un confronto più rigoroso e metodico invito alla consultazione dell’articolo “ChatGPT search vs. Google: A deep dive analysis of 62 queries” di Eric Enge pubblicato su SearchengineLand.com
Conclusioni
Ad oggi non credo che Google debba preoccuparsi per l’arrivo di SearchGPT nel panorama dei motori di ricerca. D’altro canto stiamo parlando di una versione ancora embrionale della funzionalità. È utile comprendere che il ruolo di SearchGPT potrà variare molto in base al modello di business che adotterà OpenAI. Se domani iniziassero ad apparire “fonti a pagamento” o “risposte sponsorizzate” non mi stupirei affatto. D’altro canto, pretendere un abbonamento a pagamento per avere delle risposte a delle query che potrebbero trovare soddisfazione su Google sarebbe un suicidio commerciale.
Dal punto di vista di un consulente SEO, suppongo che posizionarsi su SearchGPT potrebbe essere molto più complesso per via degli aggiornamenti continui ai modelli dell’intelligenza artificiale ed, allo stato attuale delle cose, non rappresenterebbe una fonte di traffico particolarmente rilevante. È certamente qualcosa da considerare e tenere d’occhio per le eventuali evoluzioni future.
Devo anche aggiungere che sul prodotto aleggia anche una inquietudine legata alla questione privacy, visto che non è chiarissimo come vengano gestiti i dati delle ricerche e se confluiscano in un profilo individuale, utile per eventuali attività commerciali future.
Personalmente, tendo a preferire Perplexity per via della sua capacità di rifinire la ricerca con le "ricerche correlate" proposte dopo la risposta fornita. Non di rado, ho trovato molti stimoli ad approfondire i temi trattati ed a scoprire ulteriori informazioni che hanno migliorto in maniera sostanziale l'esperienza dell'utente. Quando però ho cercato speifici prodotti da acquistare per risolvere le più comuni incombenze quotidiane la mia esprienza è stata frustrante.
SearchGPT, così come Perplexity, possono trovare un loro spazio nel panorama della ricerca, ma non credo possano essere riteuti ancora dei prodotti maturi e completamente soddisfacenti.
Google quindi può dormire sonni tranquilli.


Classe 1977, nato a Pavia, sono titolare dell'agenzia Semantik. Da sempre appassionato di nuove tecnologie, aiuto le piccole medie imprese a scoprire la comunicazione digitale e le sue opportunità.
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